L’attività prevede la costruzione di maschere di carta, dalla forma più insolita, inizialmente anonima, per poi farla vivere attraverso il gioco degli sguardi ed il linguaggio del corpo, dando alla maschera stessa un carattere di volta in volta diverso.
Nel linguaggio quotidiano la metafora della maschera assume, normalmente, una
connotazione negativa: “Togliti la maschera!” “Cosa nascondi dietro la maschera?” ecc.
Quindi “indossare” una maschera significa manifestare un atteggiamento non autentico,
perché è “dietro” che si nasconde la verità.
La maschera diventa così uno strumento di difesa, di fuga. Nel gioco, invece, potrebbe avere la funzione opposta, ossia non nascondere il vero ma, al contrario, scoprirlo e
rivelarlo. Dietro la maschera il bambino si protegge e riesce ad esprimere ciò che diversamente gli provocherebbe panico e difficoltà.
Grazie a questo tipo di complementarietà il bambino costruisce l’incontro con l’altro, con il mondo, all’interno di un confronto fondamentale per la crescita personale.